Recensioni

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Giuliano SERAFINI

Critica di Giuliano SERAFINI, Critico e Storico d’arte, in occasione della Mostra di Firenze presso la sede della banca “Deutscke Bank”

Dalla parte di Dioniso. E’ su questo versante che si dovrà collocare il lavoro di Fiamma Zagara, lavoro che appare del tutto impermeabile a riferimenti esegetici di tipo storico.
E direi che è proprio questo non rientrare – e forse non “voler” rientrare – nell’ambito delle tendenze d’arte presenti o passate, che permette alla pittura della Zagara di essere recepita anche da chi frequenta d’abitudine altri territori della ricerca visiva.
Insomma, la sua è una pittura che non si discute, ma si “subisce” per la torrenziale, vitalistica carica espressiva da cui scaturisce; così come per la gestualità che traduce l’azione nel suo farsi, per la spericolata accensione del registro cromatico che ignora i toni esaltandosi tutto nello scontro timbrico, nelle note acute e dissonanti, fin nell’audace utilizzo dell’argento e dell’oro interpretati come estrema proposizione di luce.

Pittura di pulsione, dunque, là dove la densità del pigmento diventa un ulteriore attestato di esistenza, di sensuale intuizione di vita. Ma anche pittura d’emozione, quando ci accorgiamo che per la Zagara i confini tra figurativo e non figurativo diventano un falso problema, una pura convenzione definitoria. Tanto che le sue esuberanti invenzioni non esitano a sconfinare nella cifra decorativa, nell’edonismo formale più consapevole per lei e più convincente per chi guarda.