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Diana Di Girolamo

“I giudici devono essere leoni, ma leoni sotto il trono” (Francis Bacon)

TRONI DI VITA

Nel suo lungo percorso artistico, la ricerca poetica di Fiamma Zagara si è caratterizzata per aver utilizzato materiali inorganici e di riciclo (legno, iuta, alluminio, polietilene, tubi, fili, smalti, polistirolo catramato, corde) creando visioni di forte impatto estetico ed emotivo.

La forza dei colori primordiali e la plasticità delle forme, che ricordano strutture naturali, sembrano voler riprodurre la vita in tutta la sua pulsante immediatezza e la staticità degli oggetti è messa in vita dalla fusione di elementi fluidi che aspirano a riprodurre con forza dionisiaca la vitalità soggiacente alle cose.

È quasi una forza mistica che si sprigiona da queste opere nelle quali la plasticità si combina con una percezione di movimento, di metamorfosi che sembra quasi alludere alla natura organica di ciò che è vitale.

Il linguaggio di Fiamma Zagara è un linguaggio forte che ha un impatto possente su colui che si accosta all’opera.

Le sue opere non possono lasciare indifferenti per l’intensità dei colori, per l’assoluta originalità delle forme e delle composizioni, per l’energia che da esse traspira.

Con i suoi troni Fiamma Zagara ritorna a Santa Maria La Nova portando nuove e suggestive creazioni in un luogo ove solennità, calma e misticismo si sposano in modo originale con l’intensità della sua opera.

Il trono è in se stesso la rappresentazione iconografica del potere inteso come forza, solennità e legittimità.

Per queste sue caratteristiche il trono si addice a una potestà al tempo stesso materiale e spirituale: non è espressione di pura forma nè tantomeno di arbitrio ma è l’immagine stessa, archetipica, di un potere sacrale e legittimo, sul trono siede il re, l’autorità ecclesiastica e, in alcuni casi, anche l’autorità giudiziaria.

Dal trono non si danno soltanto ordini, ma partono anche esortazioni, magistero morale e, quando è necessario, anche sentenze.

L’interesse che queste opere di Fiamma Zagara hanno in relazione al tema del trono, consiste, appunto, nella fusione tra la funzione statica e solenne di questo simbolo massimo del potere con il linguaggio plastico e fluido proprio di quest’artista.

I troni di Fiamma Zagara inducono nell’osservatore la percezione di qualcosa di transeunte. L’artista, sottilmente, abilmente, quasi in modo oracolare ci sussurra all’orecchio che il potere, nelle cose umane, è sempre passeggero. Il potere dura un giorno.

Ciò che resta è la vitalità costante della natura, la plasticità delle forme, la loro incostante mutevolezza.

Così è evidente, come nelle altre opere di Fiamma Zagara, il suo attento uso dei materiali, la sua capacità di riprodurre la sensazione che anche la materia scorre, quasi volendo alludere al concetto, espresso da Vico nella “Antichissima sapienza degli Italici”, che la natura è moto, si manifesta attraverso forme irregolari e non per linee rette, in altre parole che la natura vivente è storta.

Diana Di Girolamo
Storica dell’arte