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"Ho portato a Roma la lava dei vulcani" di Grazia Longo

Passione e creatività. Introspezione ed esplosione di sentimenti e visioni primordiali, attraverso l’utilizzo di materiali e colori che rievocano eruzioni vulcaniche. Pietre, sabbia, stucco, stoffe, alluminio e, ancora, vetro, plastica, spaghi, nella mani dell’artista Fiamma Zagara diventano lo strumento per sperimentare una ricerca interiore scandita da un ritmo concitato e lento al tempo stesso, come quello della lava che tutto ricopre e tutto trasforma. O come quello dei crateri che nascondono metamorfosi di energia profonda e subliminale.

Napoletana d’origine, ma vissuta anche in Sicilia, e oggi residente a Roma, Fiamma Zagara esprime la potenza vitale dei vulcani, simbolo della continua trasformazione della materia. Pitture e sculture di arte contemporanea esibite già in numerose personali in Italia e all’estero - nel 2011 ha esposto, tra l’altro, per la Biennale di Venezia, a Roma a Palazzo Venezia - le sono valsi numerosi riconoscimenti.

Tra questi, in Campidoglio a Roma, il «Premio Personalità Europee 2008 per l’Arte», nel 2010 la Medaglia della Presidenza della Repubblica e nel 2011, ha ricevuto a Milano il «Premio delle Arti e della Cultura». Invitata alla seconda biennale d’Arte internazionale di Palermo (11-25 Gennaio 2015), Fiamma Zagara, si serve di un linguaggio plastico per raccontare le trasformazioni della materia e dell’esistenza umana. Rosso e nero i colori dominanti (ma non mancano neppure il giallo e il bianco, accostati sempre al nero), simboli di luce e di buio, di vita e di oblio. Simbolicamente mescolati in un viaggio oltre il presente, alla ricerca più intimamente culturale della sostanza.

Pitture e sculture che ripercorrono un viaggio mistico alla ricerca di sé, in una progressiva innovazione sperimentale, sintomo di una maturazione lucida e magica allo stesso momento. Dove tragicità e leggerezza si confondono e si fondono in una girandola di esplosiva vitalità.